La provincia di Bari come l’Anatolia. Fino a poco tempo fa sarebbe stato un parallelismo assurdo, ma l’importante scoperta archeologica effettuata nei giorni scorsi a Modugno e che vi mostriamo in anteprima, potrebbe portare a riconsiderare questo paragone. Durante i lavori per la realizzazione di una bretella ferroviaria su via San Giorgio Martire, una zona compresa tra il raccordo autostradale e la Strada Statale 96, sono venuti alla luce i resti di un vero e proprio villaggio sotterraneo. Anche se, viste le sue estensioni, che per il momento si possono solo intuire, sarebbe più corretto forse parlare di “città”. Secondo alcuni esperti potrebbe trattarsi del villaggio di Lucignano. Della sua esistenza era stata solo ipotizzata la presenza in alcuni testi di Raffaele Ruta e Giosuè Musca, ma nessuno sapeva se esistesse davvero, dove potesse essere posizionato con precisione e quanto potesse essere esteso. Adesso l’antico villaggio sotterraneo, in contrada Due Torri, non è più solo una specie di leggenda. Nello scavo effettuato, infatti, è possibile distinguere chiaramente la planimetria e la base dei soffitti voltati di numerose stanze sotterranee risalenti all’VIII-IX secolo: non, come rilevato in altre zone vicine, ambienti riservati ai riti religiosi e ai ministri del culto, ma vere e proprie case abitate certamente da contadini e artigiani, che si estendono sottoterra in un’area grande come 5 o 6 campi da calcio. Ma non è escluso che possa essere addirittura più grande. Proprio le dimensioni dell’insediamento giustificano il parallelo con l’Asia Minore: strutture sotterrane tanto grandi e organizzate è possibile trovarle solo in Anatolia e sono completamente assenti in tutta Europa. Il centro nevralgico del centro abitato era il monastero, che adesso si trova sotto un villino privato ed è diventato un ambiente domestico. Ma chi ha realizzato e abitato quest’area sotterranea? Si tratta quasi certamente di monaci basiliani fuggiti dall’Asia Minore durante il periodo dell’iconoclastia e rifugiatisi nelle zone vicine alle “lame” della provincia di Bari, in particolare nelle zone attraversate dalle grandi vie di comunicazione. Non è un caso infatti che a pochi metri passi la via Minucia, una diramazione interna della via Traiana che conduceva da Benevento a Brindisi. Si tratta dunque di una scoperta importantissima che, paradossalmente però, rischia già di scomparire o quantomeno di essere irreparabilmente danneggiata. Come in parte è già accaduto. Il villaggio era stato certamente intercettato da una cava del ‘700 o dell’800. Dopo aver estratto il tufo della parte superiore degli ambienti, è stata lasciata solo la base degli edifici che sono stati poi ricoperti da materiale di risulta. Come è possibile intravedere nella sezione della trincea realizzata per il passaggio della ferrovia. I responsabili dei lavori hanno promesso che una parte di quanto scoperto sarà salvato e reso fruibile. Ma il rischio che gran parte di questo importantissimo villaggio venga perso per sempre è molto più che un’ipotesi.
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