"Prisoner 709” disponibile in cd, download e streaming https://lnk.to/Prisoner709 Un Film scritto da Fabrizio Conte, Michele Salvemini e Morris Bragazzi Regia di Fabrizio Conte Fotografia di Tommaso Terigi Assistente alla Regia Gabriele Villa Gaffer Nicola Ciovati Operatore Ronin Stefano bella Secondo Operatore Ronin e Operatore Drone Marco Sbarra Assistente Operatore Ismael Jai Mouhssine Make Up & Styling Angela Mandaglio Produzione esecutiva di Claudio Marchi per Videoproject Produzione PierPankPowerProduction Direttore di Produzione Piersante di Biase Si ringrazia il Comune di Cinisello Balsamo e lo staff de “Il Pertini”, Il Cinema Don Bosco di Cusano Milanino, Radio Italia, Fabio e il negozio di dischi Psycho, Loredana e Matteo per il Rifugio delle Sirene (GE), Luisa e Stefania (e tutto lo staff) del ristorante Creuza de Ma di Genova Boccadasse, Maurino e Lariulà Costumeria a Noleggio, Camera service Group, Overclock Crew, Barbara Mancini per la realizzazione della maschera del Manachino Delizioso LARSEN L’ho conosciuto tipo nel 2015, visto che ancora ci convivo, brindo quindi “cin”. Da allora nei miei timpani ne porto i sibili, ogni giorno è come fossi di ritorno da uno show degli AC/DC. Larsen fischiava per la mia attenzione un po’ come si fa con i taxi, senza una tregua una continuazione ma come si fa a coricarsi? Da solo nel letto a dannarmi, nella stanza cori urlanti. Di colpo leggevo labiali quindi basta coi romanzi. Lo potevo calmare al mare, quiete stellare, Antares. Con l’orecchio preso a mazzate, Conor McGregor, Alvarez. Uno squillo ossessivo come un pugno sul clacson, primo pensiero al mattino, l’ultimo prima di buttarmi giù dal terrazzo. Fischia l’orecchio, infuria l’acufene. Nella testa vuvuzela mica l’ukulele. La mia resistenza è quella zulu, cede. Se arriva Larsen te lo devi tenere. Parlo di Larsen e metto mano alla fondina, alzo la cortina, sentivo fischi pure se il locale carico applaudiva, calo d’autostima. Non potevo ascoltare la musica come l’ascoltavo prima, io Lagostina, una pressione continua, la depressione poi l’ira. Mi rivolsi ad uno specialista che mi disse c’è una sola cura, come prima cosa nella lista parla con l’orecchio, chiedi scusa, poi compresse, flebo doppie, RM, ecodoppler, ecodiete, ecatombe, Larsen indenne, era stalker. Credevano che fossi matto, volevano portarmi dentro, ho visto più medici in un anno che Firenze nel rinascimento. Stress iniziano a dire, non sanno che pesci pigliare a parte quello d’aprile, vorrei vederlo sparire ma.. Fischia l’orecchio, infuria l’acufene. Nella testa vuvuzela mica l’ukulele. La mia resistenza è quella zulu, cede. Se arriva Larsen te lo devi tenere fino alla fine, fino alla fiiiiiiiiiiii So come ama Larsen e so com’è ammalarsene, so che significa stare in un cinema con la voglia di andarsene. Contro Larsen, l’arsenale, non pensavo m’andasse male, solo chi ce l’ha comprende quello che sento nel senso letterale e poi non mi concentro, mi stanca, sto invocando pietà, Larsen. Il suono del silenzio a me manca più che a Simon e Garfunkel. Nel cervello c’è Tom Morello che mi manda feedback: “Hai voluto il rock, ora tienilo fino alla fine!”. Fino alla fine, fino alla fine, fino alla fine…
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